Saturday 16 April 2011

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Il mondo di Stephanie
Published On 15 apr 2011 By Stefania Legumi. Under Arte, Attualità.

L’artista poliedrica Stephanie Seymour promuove la cultura

Lo scorso 15 marzo mi trovavo nel salotto letterario di Stephanie Seymour a Perugia sorseggiando un ottimo bicchiere di vino. Mi circondavano le opere d’arte ironiche e originali di Stephanie che raccontano la sua idea di donna e il suo modo davvero unico di leggere la vita e svelare la sua anima. Intorno a me artisti, poeti, musicisti e amici che amabilmente discutevano di cultura. Un vero e proprio salotto letterario che ripropone come un tempo un simposio tra sostenitori della sapienza che si ritrovano a trattare di lettere e poesia. La padrona di casa, ottimo anfitrione, ci rivela la sua forte volontà di sviluppare questi incontri per amore della cultura ma anche per far sollevare il nostro spirito dalla routine quotidiana. Osservando Stephanie parlare ci si rende subito conto della sua unicità, che emerge anche dalle sue innumerevoli produzioni artistiche. Fotografa, pittrice, creatrice di scarpe-scultura, le strabilianti Delishoes, illustratice e scrittrice. Tutto questo si nasconde in una splendida signora amabile, appassionata e imprevedibile che da sempre si dedica all’arte e alla cultura. Attenta al differente, al diverso, sofferma il suo sguardo nell’irregolare che trasmette energia e fa pensare. Utilizza l’ironia come arma trascinandola nelle sue opere e trasportandola nella sua vita per rendere ogni cosa più soffice e raffinata.

Come nasce la tua passione per l’arte ?

Fin da giovanissima ho sempre sentito la necessita di esprimermi con qualsiasi mezzo dall’arte alla musica alla scrittura, al teatro. Crescendo questa passione è sempre diventata più forte. Ho la necessità di comunicare chi sono io e come vedo il mondo. Amare la vita e comunicare è per me naturale, la passione è diventata sempre più una necessità di vita.

Che tipo di ispirazioni guidano il tuo estro creativo?
Ho vissuto i primi anni di vita a Los Angeles, città libera mentalmente, aperta, pazzesca. Ho sempre amato questa libertà, il clima caldo spingeva anche l’arte ad essere più appassionata, aperta, fuori dagli schemi. I media per me sono stati sempre senza limiti, e cresciuta in mezzo a tante persone creative in California, ero stimolata ad essere me stessa, senza mai essere giudicata fuori dalle righe ma una delle tante persone creative. Artisti come Georgio O’Keefe, Andy Warhol, Elizabeth Peyton, mi hanno ispirato, anche se non ho mai provato a dipingere o creare come altri. Conservare la mia originalità è sempre stato l’obbiettivo primario. Ho scelto di vivere in Europa, però, perchè amo molto la bellezza storica, artistica e culturale: i palazzi, il panorama, la ricchezza culturale, e soprattutto tutto ciò che è naturale. Cerco da sempre la genuinità sia nelle cose che nelle persone, e spesso la mia arte prende in giro ciò che non è naturale, che comunque, mi attrae, mi incuriosisce.

La bellezza mi ispira, come un bosco colorato che diventa cornice per un vestito che creo con la carta, ed il tutto diventa alla fine, un quadro, in forma fotografica. Il viso affascinante di una persone mi può spingere a fotografarla in un setting che si abbina bene ad essa. I miei dipinti e fotografie diventano sfondo per un collage che confonde lo spettatore che non capisce bene cosa sta guardando, foto o dipinto. Amo sorprendere, provocare. E più di tutto, amo l’ironia, i doppi sensi visivi e verbali.

Tu che ora sei appassionata della fotografia dici che una volta la odiavi….
Da giovane, fotografare per me significava “copiare” dal vero, una cosa che non mi è mai piaciuto, volendo essere sempre originale nelle mie opere. Dopo un soggiorno in Cina nel 2007, dopo aver fotografato le persone e ricevuto sorriso dopo sorriso senza poter comunicare verbalmente, ho scoperto una grande passione per la fotografia: sia del ritratto che mi appassiona (la mia sfida è spesso di poter fotografare le persone che dicono che non vengono bene in foto) e di creare delle fotografie artistiche, spesso utilizzando le mie opere. Ho avuto diverse mostre fotografiche negli ultimi anni, anche abbinate ai miei dipinti. Giorni fà ho saputo che una mia fotografia è stata selezionata per una mostra, autunno 2011, presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino) durante il VI Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre.

Inventore, pittore, designer, fotografa, vignettista, scrittrice,quale è la definizione che ti appartiene di più?

Forse creativo ma forse anche pittrice: amo variare, esprimermi con libertà. Come amo conoscere persone di tutto il mondo, così è la mia passione per l’arte – non mi soffermo su un’unica tecnica, TUTTO è arte, non faccio limiti, mi esprimo con spontaneità.
E’ bellissimo risolvere il problema di inventare una scatola o borsa originale, oppure creare uno slogan e marchio per un evento, o titolo e allestimento per una mostra. Non riesco a concepire di avere un unico e solo mezzo per esprimermi, per sentire libera. E ancora, ho un animo ribelle, lo sono sempre stata.
E’ piacevole toccare e lavorare con la carta, vedere il potere che hanno certi colori uno vicino all’altro, ed è bella anche la solitudine quando scatto delle fotografie. Amo avere una sfida per risolvere problemi di design anche tecniche, perché amo l’inventare, sia dal disegno di un oggetto da regalare, ad uno slogan pubblicitario; da una borsa ad un tema per un evento. Non riesco a pensare a seguire un unico mezzo per esprimermi, cambiare costantemente, sentirmi libera nella mia creatività. E poi, sono ribelle, lo sono sempre stata. Amo trovare soluzioni creativi per problemi “difficili” – sperimentare con materiali, inventare oggetti d’arte che muovono. Ma amo anche scrivere…di esperienze vissute in viaggio, oppure di piccoli problemi di ogni giorno, sempre con ironia però, e spesso illustrato con le mie vignette.

Come affronti da Americana la vita in Umbria, ti senti accettata?
Quando pensi fuori dagli schemi, devi trovare altri che vedono la vita e il mondo un po’ come te, solo così puoi sentirti accettata completamente. Ma se non sono come te, magari sono affascinati da un modo di vivere, vedere, esprimersi completamente diverso…e fanno bene! Perché gli artisti hanno molto da dire, e qualche volta, vedono soluzioni nuove, che non hanno a che fare con l’arte, proprio perché sono creativi. Credo davvero che gli artisti, messi insieme potrebbero risolvere tanti problemi del mondo. Proprio perché sono creativi.
Ho amici che mi capiscono veramente, ma non tutti. Forse accetto più facilmente il vivere in una piccola realtà perché c’è quel lato di me che ama aiutare gli altri a scoprire cose diverse: alle persone timide, mi piace aiutarle ad essere più aperte, alle persone che vogliono fare qualcosa ma ne hanno paura, provo ad aiutarle a capire quanto è facile provare. Sono dell’idea che le cose che vogliamo dobbiamo provare a conquistarle. Non trovo la necessità di avere paura di persone o cose, la paura non porta a niente, e le persone sono più o meno tutti uguali dentro di loro.

La tua sfida più grande, artisticamente parlando, quale è stata?

La vita d’artista è difficile, piena di sfide, un’artista, se non avesse sfide costanti si occuperebbe solo della sua arte senza nessuna difficoltà, ma non è proprio così. Invece, le sfide esistono e bisogna anche saperle affrontare, delle volte in modo creativo.
Negli ultimi anni ho scoperto il potere che hanno le vignette. Tramite queste vignette sono riuscita delle volte ad avvicinarmi a persone che all’inizio sembrano avversari ed alla fine, riesco a farle ridere, sorridere. Tramite qualche vignetta sono riuscita ad ottenere risposte, avere quello che cercavano altri ma non riuscivano ad avere, e avere il rispetto di certe persone che all’inizio non mi ascoltavano. E’ incredibile! La gente vuole sorridere, ed a qualcuno viene fuori anche ridendo di se stessi. In una vignetta ho disegnato il protagonista (una persona vera) completamente diverso in ogni scena, perché non conoscevo il suo aspetto; mi sono divertita tanto a disegnare dieci personaggi diversi, proprio per avvicinarmi a questa persona, ed alla mia sorpresa, dopo che gli ho mandato la vignetta mi ha risposto per la prima volta, anzi, ringraziandomi per la mia arguzia!

Credo che l’umorismo ha una fortissima capacità qualcuno ha perso la capacità di ridere a causa di circostanze della vita. A me piace aiutare la gente ad alleggerirsi, a sorridere. Spesso è una grandissima sfida, ma quando si eliminano le barriere, e finalmente le persone si fanno conoscere per quello che sono, comprese le loro debolezze, per me è un’enorme soddisfazione.

Una sfida grande spesso è far capire alla gente che il sorriso ha un’enorme potere. Mi dicono da sempre che sono coraggiosa. Non temo di affrontare anche le persone “difficili” pensando che anche loro sono persone con anima, anche se delle volte difficili da comprendere. Amo far sorridere la gente con la mia arte: se l’arte non ti fa stare bene, per quale ragione uno lo vorrebbe davanti agli occhi ogni mattino quando si sveglia? Le sfide, mi piacciono, ma spesso essere sensibile davanti all’arte ed il mondo, è difficile far capire a chi ha la testa troppo quadrato, chi non riesce a lasciarsi andare….

Vedo che ho molto da dire in riguardo alla parola “sfida”! La vita da artista è un’enorme sfida di per sé. Devi lavorare da solo, organizzare la proprio vita privata mentre vai avanti con l’arte, trovare sempre delle idee nuove (per me, la parte più affascinante), promuovere quello che fai. La sfida spesso è trovare chi ti dà supporto, incoraggiamento, aiuto quando necessità. Se non lo ricevi, vai avanti lo stesso perché credi (lo devi) in te stesso. La strada non è non è facile. E’ proprio una sfida, continua, sempre.

Le tue Delishoes , un marchio brevettato e un successo enorme per queste “scarpe deliziose”, come è nata l’idea della collezione di scarpe?

A vent’anni circa ho vinto un concorso dove si doveva disegnare scarpe, in un grande negozio a Los Angeles. Ho sempre mille idee in testa, perciò disegnare una collezione di scarpe per me era puro divertimento. Le Delishoes sono state create proprio su vere scarpe, così uno stilista molto conosciuto a New York mi ha commissionato ad utilizzare le sue bellissime scarpe per creare un’altra collezione da esporre nelle vetrine delle sue boutique a New Yorke a Chicago.

Le scarpe, in generale, sono sempre state presenti in molte mie opere (come le Cactus Ladies) ma come base, potrei inventare ventisei scatole, macchinette, forchette, ognuno diversa; quando un artista disegna, le idee ci sono, la base non importa. E’ possibile disegnare qualsiasi oggetto, basta che uno abbia le idee, le soluzioni vengono fuori.

Tra le altre tue “opere d’arte” crei anche splendidi libri per bambini, quale sarà il tuo prossimo obbiettivo editoriale?

E’ vero, ho creato dei libri scritti e illustrati da me. Uno di questi l’ho venduto ad un editore giapponese, poi ho fatto un libricino sponsorizzato da Mulino Bianco. Ho tante idee di libri che vorrei produrre: un libro delle mie Delishoes, racconti della mia vita in Italia , illustrato con le mie vignette, un libro scritto in rima, in due lingue (ho anche un blog scritto in Italiano e Inglese, See More Worlds
(http://stephanieseymour-delishoes.blogspot.com/)
Amo abbinare la parola con il disegno, mi piace molto l’illustrazione, ma sempre mi esprimo meglio me stessa quando c’è un tocco di ironia…

L’umorismo e la creatività sono ingredienti essenziali nella tua arte ma anche nella tua vita, questo è il segreto del tuo successo?

Se uno ama l’umorismo, vive meglio. Senz’altro aiuta anche gli altri a vivere con più leggerezza. Sono stata parecchio seguita dalla stampa, e hanno fatto anche diverse riprese televisive delle mie mostre. L’Umbria ancora, a mio avviso, non è pronta a capire l’ironia, perciò spero di potare sempre più spesso le mie opere fuori, in altre regioni o altri paesi dove sono capite meglio.

Umbria, New York, Toscana, Chicago, la tua arte valica i confini degli Stati ma è davvero così facile vivere d’arte oggi?

Non è facile vivere d’arte oggi! Comunque, “fare arte” nel mondo di oggi ti aiuta a vivere. Fare arte aiuta a sopravvivere in un mondo così difficile; è davvero un’enorme aiuto poter esprimersi, sperimentare, comunicare. Non posso immaginare una vita senza la possibilità di creare.

Dal mese di febbraio hai cominciato a fare delle serate letterarie nella tua casa, hai inaugurato la nascita di un nuovo circolo culturale, che ti aspetti da questo progetto?

Adoro stare insieme a gente interessante, amo mettere insieme persone differenti tra loro e passare delle ore in modo piacevole e divertente, ho cominciato queste serate per stare bene, per allontanarsi dai soliti problemi, convivendo dei momenti di cultura — una volta ascoltando un pianista, un’altra sera a fare improvvisazioni teatrali, un’altra volta con amici di madre lingue inglese. Non so proprio che cosa possa succedere, ma nel frattempo vedo tantissima gente e ci sto bene. Senz’altro da cosa nasce cosa, ma soprattutto mi piace circondarmi con gente che ama la cultura, che è creativa, e che apprezza l’arte e la cultura. Questo mi arricchisce la vita.

La cosa più bella che potrebbe regalarmi questa esperienza ? Ci devo riflettere un attimo…potrei essere commissionata a scrivere un libro di idee di “Come stare insieme in modo originale, non la solita cena, ma in modo divertente, interessante”. Ho mille idee per feste, eventi, incontri completamente diverse da come la gente si incontra, la solita cena con discorsi banali o noiosi. Invece, con uno spunto diverso, la gente potrebbe veramente rilassarsi, o divertirsi con qualche idea completamente nuova. Da sempre organizzo feste, cene, ma ora con un tocco più culturale, è ancora più bello, anche per me.

Foto di Cesare Cenci

www.stephanieseymour.it

Stephanie Seymour
step...@gmail.com

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